Le leggende di Reed Miller, il Ladro eccezionale (III)

Le leggende di Reed Miller, il Ladro eccezionale (III)
Le leggende di Reed Miller, il Ladro eccezionale (III)NameLe leggende di Reed Miller, il Ladro eccezionale (III)
Type (Ingame)Oggetto missione
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DescriptionUn’antologia di racconti da quattro soldi basati sulle gesta di Reed Miller, molto popolare in tutta Nod-Krai. Si basa su opere e autori diversi, e la veridicità dei racconti è dubbia quanto la qualità della carta su cui sono stampati.

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Ben poco si sa di Zima, proveniente da Snezhnaya, una terra dove impera l'inverno perpetuo. Il suo nome non compare in nessun registro, poema epico o racconto eroico. Come un fiocco di neve, è apparso brevemente sulla superficie delle leggende per poi svanire senza lasciare traccia.

Zima era originario di una piccola cittadina a sudest di Snezhnograd, dove gli abitanti raccoglievano il ghiaccio sotto le cime innevate delle montagne. Nelle notti nevose, raccontavano storie di spiriti del gelo dispettosi e di pallide fanciulle malinconiche delle nevi che, se tradite, trasformavano i loro amanti in statue di ghiaccio sorridenti. Zima aveva visto quel sorriso demenziale su un suo compagno che si era innamorato di una di quelle fanciulle, e trovava quel modo di morire terribilmente insensato. Disprezzava chi seguiva uno schema prestabilito, persino quello di una morte insolita. Al contrario, anelava a un destino tutto suo e a una vita piena di avventure. Quindi lasciò la terra del bianco eterno per dirigersi verso i mari azzurri dell'arcipelago a sud. Fu proprio lì che sentì parlare per la prima volta del leggendario Maestro ladro.

Reed Miller era già molto noto in tutta Nod-Krai. Secondo alcune storie, era stato catturato dal governatore e portato a Snezhnograd per essere impiccato nella pubblica piazza. Ma, proprio quando tutti credevano che la sua storia fosse finita con il suo cadavere a penzoloni, si scoprì che la camera blindata del governatore era stata completamente svuotata, e che vi era stato lasciato soltanto un messaggio provocatorio inciso nella polvere d'oro in bella vista. Nessuno sapeva come fosse riuscito a fuggire, ma il suo ritorno miracoloso lo trasformò in una leggenda da taverna e in un simbolo di ribellione tra i giovani. Così, quando il Maestro ladro fece nuovamente la sua comparsa, comprò una nave a tre alberi e iniziò a reclutare uomini in cerca di avventure e fortuna al porto, Zima non esitò neanche per un secondo a offrire il suo aiuto.

La vita a bordo della nave, tuttavia, si rivelò molto meno eroica di come veniva dipinta nelle leggende. Sebbene fosse famoso per derubare i ricchi, Miller gestiva la sua attività con l'attenzione meticolosa di un mercante di spezie: le sue carte nautiche non segnalavano solo le barriere coralline e le correnti, ma anche la presenza di mostri marini con dei cerchi rossi. Miller passava le giornate costeggiando quelle aree, evitando gli oscuri abissi dove si annidavano creature pericolose, così come il Mare di Nebbia infestato dai serpenti. Ogni giorno Zima puliva il ponte, riparava le vele e si medicava le gengive gonfie per via dello scorbuto precoce. Per lui era tutto troppo familiare e sicuro. Di notte, pregava il mare d'inchiostro affinché arrivasse una vera tempesta, o un kraken si levasse dalle profondità. Desiderava vedere il Maestro ladro conficcare un arpione nell'occhio di una creatura, proprio come gli eroi del passato. Anzi, più d'ogni altra cosa, desiderava un'avventura che avrebbe davvero scosso la sua anima.

Le sue preghiere vennero esaudite, sebbene in maniera crudele e perversa. La nave, alla deriva in un mare placido e azzurro, venne accolta da uno strano canto non umano. Anche se privo di melodia, quel canto riuscì ad ammaliare perfino il più ubriaco dei marinai. Le vele furono abbassate e la nave si fermò. Dalla superficie dell'acqua emerse un volto pallido e bellissimo. Si trattava di una sirena, che esigeva un sacrificio in cambio di una traversata sicura. La nave dovette compiere una scelta: fare un sacrificio o affondare.

Reed Miller rifiutò categoricamente di compiere il sacrificio. Invece, ordinò a tutti coloro che erano a bordo di tapparsi le orecchie con della cera d'api affinché non ascoltassero il canto assillante della sirena. Ma fu tutto inutile: persino la ragione e la forza di volontà si piegano al peso della leggenda. Presi dal panico, i marinai gettarono in acqua le casse di Mora rubate dal palazzo del governatore, pensando che il loro oro potesse servire come pagamento. Ma la sirena non fece caso alle monete luccicanti che cadevano nelle acque blu, perché la ricchezza materiale umana non aveva alcuna importanza per lei. Il suo sguardo cupo rimase fisso sui marinai.

Il Maestro ladro, il cui collo non poteva essere immobilizzato nemmeno dalla corda del boia, non ebbe altra scelta se non cedere a quella richiesta. Miller appoggiò freddamente la sua scimitarra sul collo di Zima, che non oppose resistenza. Quello era il momento per cui aveva viaggiato tanto lontano... Mentre le acque gelide gli sommergevano la testa, il volto del suo amico perduto apparve dinanzi a lui, paralizzato nella scultura, ancora con quel sorriso familiare e beato che il bacio della fanciulla della neve gli aveva apposto. Nel corso della sua intera vita, Zima aveva detestato l'idea di seguire uno schema prestabilito, fuggendo da ogni finale scontato, per poi capire in quel suo ultimo momento che ogni fuga non è altro che un volo in un altro specchio. Le sue avventure non avevano creato nessuna nuova storia... Erano soltanto delle note aggiuntive a una storia già esistente.

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