Nei giorni successiva alla pace portata alle montagne e alle foreste da Rex Lapis, un barcaiolo si addentrò negli intricati ruscelli sotto la montagna e si perse nella nebbia umida del crepuscolo. Su una zattera di bambù, superò alghe che brillavano di un debole luce blu e viola, superò alberi e cespugli ornati di fiori e seguì uccelli azzurri mai visti prima, neanche in un sogno, prima di arrivare in una grotta dormiente.
Oltre al bagliore della giada e le luci spettrali dei funghi, il barcaiolo guardò incantato gli abitanti di un tempo. Sembravano un vero e proprio spettacolo di fantasmi di montagna: indossavano antiche vesti di cotone e gli orli dei loro abiti erano ornati di giada chiara quanto la luce che gioca sull'acqua e con piante profumate senza nome. Allineati e in piedi sulla riva di una profonda pozza, cantavano una canzone che il barcaiolo non aveva mai sentito:
"La mia malvagità si nasconde solitaria nella luce del giorno che presto se ne andrà. Il vento crudele la pioggia porta, la profonda nebbia cela!
Non rimane nessuno, eccetto un nobile solitario che lamenta anni perduti... Ahimè, ahimè! Sei arrivato troppo tardi."
La canzone era triste e calma, venata di apparente risentimento. Il barcaiolo osservò con attenzione le figure leggermente illuminate nella caverna e queste, una a una, si tolsero le giade e le gettarono nell'acqua nera come la pece, come se non avessero mai notato la presenza di un visitatore. Uno sconforto crescente spinse la pagaia del barcaiolo nel viaggio di ritorno verso il Villaggio di Qiaoying, ma non prima di aver lasciato dei segnali lungo il cammino.
Si dice che il Padiglione Yuehai avrebbe poi mandato degli ispettori territoriali per cercare degli insediamenti misteriosi e alcuni dicono che i Milleliti una volta schierarono delle truppe nelle montagne profonde per cercare nascondigli di natura illecita, ma senza successo. Quando Lan Jing, il famoso dottore del Pontile Yilong, era ancora giovane, si addentrò nel Monte Lingmeng per esplorare la leggendaria e misteriosa caverna alla ricerca di antiche prescrizioni, ma non parlò mai più di quel viaggio al suo ritorno. Fu solo dopo la sua scomparsa che la famiglia trovò una pietra per inchiostro tra i suoi effetti personali. La leggenda narra che fosse del colore delle acque limpide e luminosa come il cielo, eppure, con la morte del dottore, l'origine della pietra non poté più essere verificata. Molto più tardi, i discendenti di quel famoso medico sarebbero andati in bancarotta a causa della pessima gestione delle attività di spedizione mercantile, e così la pietra per inchiostro si perse nel pantano dell'umanità, e mai più fu ritrovata. |
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