Manoscritto della Dea (I)

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Manoscritto della Dea (I)
Manoscritto della Dea (I)1
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Manoscritto della Dea (II)
Manoscritto della Dea (II)1
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loc_fam_book_family_6969327, Non-Codex Series
Manoscritto della Dea (III)
Manoscritto della Dea (III)1
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loc_fam_book_family_6969327, Non-Codex Series
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Manoscritto della Dea (I)
Manoscritto della Dea (II)
Manoscritto della Dea (III)

Manoscritto della Dea (I)

Manoscritto della Dea (I)
Manoscritto della Dea (I)NameManoscritto della Dea (I)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyNon-Codex Series, loc_fam_book_family_6969327
RarityRaritystr
DescriptionUna storia scritta dalla creatrice del mondo di Simulanka. È il progetto che ha dato vita a quest'ultimo, una storia che non può essere messa in discussione.
...
Il coraggioso François salì\nsul covone, prese un forcone,
e ne piantò le punte in cima\nal cumulo di fieno. Dietro di lui,
una grande luna splendente.

Chiamò il nome di tutti\nquelli del villaggio. Il capo
fu il primo a essere chiamato,\ned era così spaventato che avrebbe\nvoluto arrampicarsi sul covone
e far tacere François.
"Sei pazzo?! Stai gridando così forte
che potresti attirare il drago!"
"Tu, buonannulla che non sei altro!\nNon hai visto che i mulini
che tutti gli altri avevano costruito\nsono stati distrutti dal drago?!
E tu ti preoccupi che possa tornare?!"
François avrebbe potuto buttarlo giù\ncon un calcio, ma resistette all'impulso:
in fondo, anche il capo era preoccupato\nper la sicurezza degli abitanti
del villaggio.
François vide che quasi tutti\ngli abitanti erano accorsi,
così si schiarì la voce.\n"Cari vicini e famiglie,
pensate che dovremmo ancora\nsopportare tutto questo?"
"No, certo che no, ma non possiamo
fare nulla per il problema del drago",\ndisse il proprietario del\nnegozio di alimentari.
"Chi l'ha detto?\nIo gli sono montato sul collo
saltando dalle pale del mulino, e l'ho\ncalpestato ben due volte.
Non è forse caduto a terra e poi fuggito?"
Forse è stato per via di questo mulino,
costruito con fatica█e █udore\ndi tutti e ora dist█ut██che le\nemozioni si sono fa███ intense.
Alzando le mani all'unisono,\ndecisero di affrontare il drago!
Ma François alzò entrambe le braccia\ne calmò la folla:
"Torniamo alle nostre case.
La nostra attuale mancanza di istinto\ndi autoconservazione non è sinonimo\ndi coraggio, quanto più di ira.
Se, anche dopo esserci calmati,\ndesidereremo affrontare il pericolo,
solo allora potremo chiamare il\nnostro sentimento 'coraggio'."
E così andarono tutti a casa.\nIl giorno seguente, molti giovani ancora
desideravano seguire François nella\nbattaglia contro il drago malvagio.
...
Chi avrebbe mai pensato che il valoroso\nFrançois godesse della protezione
della Pergamena Splendente della Dea?\nTrovandosi davanti il vero valore,
il drago non poté né sputargli fuoco,\nné squarciarlo con gli artigli,
e permise al gruppo di riposarsi\ne fare cambio con l'altra squadra.
Così, dopo giorni e giorni\ndi feroci combattimenti,
il drago malvagio non ne poté\npiù e si arrese.
...
A.A.

Manoscritto della Dea (II)

Manoscritto della Dea (II)
Manoscritto della Dea (II)NameManoscritto della Dea (II)
Type (Ingame)Oggetto missione
Familyloc_fam_book_family_6969327, Non-Codex Series
RarityRaritystr
DescriptionUn manoscritto realizzato da una scrittrice di fiabe. Per qualche ragione, nel foglio c'è un buco che assomiglia a...
...
Nel seminterrato della casa in frantumi,\nil saggio Antonio
iniziò a leggere il vecchio libro\nche aveva trovato.
Di tanto in tanto, la lampada\na olio tremava, persino\nquando le strutture in superficie
crollavano.
La distruzione del villaggio doveva\nessere un monito del drago,
e lui era stato scelto proprio\ndal drago, poiché non era\nancora tornato a casa.
Ma ad Antonio non importava.\nVoleva solamente studiare
il libro che la vecchia donna\ngli aveva donato sul ponte\nche aveva attraversato oggi.
Il libro era nominato come\n"Pergame█a █plendente", e
raccogl█ev██utte le regole\nche ogni ci███dino di Simulanka\ndeve obbligatoriamente rispettare.
Era stato scritto in lingua volgare\ndi primordiale creazione,
e se Antonio non fosse stato più saggio\ndella media e non avesse decifrato
questo testo primigenio, non vi\nsarebbero stati studi posteriori.
Il libro non conteneva soluzioni\nper risolvere il problema
che Sideropoli stava attualmente\naffrontando, né conteneva incantesimi\nin grado di dare una mano ad
Antonio a riparare casa sua.\nMa una cosa la sapeva:
quella saggezza era il più grande\npotere al mondo.
La luce del mattino splendette\nattraverso le rovine della sua casa,
e sia il fabbro sia il capo grassottello\nsi preoccuparono di disfarsi
delle macerie della casa che\nbloccavano la botola della cantina.
Con le occhiaie scure, Antonio disse\nal capo grassottello:
"Sconfiggerò il drago e tornerò presto."
"Sicuro di stare bene? Sembra che tu\nnon abbia chiuso occhio stanotte."
"Sì, sì, è solo che mi è andato il fumo\ndella lampada a olio negli occhi.\nNulla di cui preoccuparsi."
...
Il drago sedeva su una montagna di\ntesori, guardando in basso
verso il piccolo Antonio che si avvicinava.\nCominciò ad accumulare fiamme
in gola, preparandosi a bruciare\nl'area tutt'attorno a lui
per far scappare quella gracile\npiccola e sciocca creaturina.
"Fermo! Sono un Maestro\nspecializzato di seconda classe!
La Pergamena Splendente dice che\ndevo rifiutare di combattere, perciò
non puoi usare la forza."
Questa restrizione esisteva davvero,\ne così il drago malvagio
inghiottì le fiamme (quella sera\nandare al bagno non sarebbe stata\nuna passeggiata per lui).
Dal canto suo, Antonio non si\naspettava che l'esame di qualifica a
Maestro Eliminaruggine di seconda classe\nche aveva fatto sarebbe tornato utile.
"E poiché sono un Maestro di\nseconda classe, propongo
un duello di indovinelli.\nE tu non puoi rifiutarti!"
A Simulanka vigeva una legge,\nin favore principalmente di
sfingi, di vecchi saggi,
e di principesse che volevano rendere\nla vita difficile agli altri.\nIl drago malvagio non si aspettava
di essere messo alle strette\ncon una regola simile.
"Inizio io. Ieri ho venduto\nla mia casa per 8.000 Mora.
Però sento di poterci guadagnare\nmolti, molti più soldi,
così la ricompro per 9.000 e la\nrimetto in vendita a 10.000.
Quanti soldi ho perso alla fine di tutto?"
Il drago ridacchiò con sprezzo.\n"Che c'è di tanto complicato?"
"Avresti potuto aspettare e venderla\na 10.000 fin dal principio,
ma l'hai venduta per 8.000 e\nricomprata per 9.000,
perciò in tutto hai perso 1.000 Mora!"
"Sbagliato. Ieri hai raso al\nsuolo la mia casa, perciò
non ho potuto venderla e quindi\nci ho rimesso molti Mora."
"Sono seriamente dispiaciuto.\nCioè, dovevo bruciare una casa,
e tu non eri a casa, per cui ho pensato\ndi colpire l'edificio che non comportasse
la perdita di vite umane."
"Visto che hai perso la sfida, ho diritto
a prendermi la tua vita meno 1 Mora.
Visto che hai raso al suolo la mia casa,
posso chiederti i danni.\nSupponendo che la mia casa\nvalga 1 singolo Mora...
Beh, brutto drago malvagio,\nsai già cosa ti aspetta."
"Ti prego, risparmiami! Ti darò
tutto ciò che desideri!"
"Parole tue, non mie.", disse Antonio
mentre prendeva fuori dalla tasca un\ncontratto scritto molto tempo prima.
...
Così,\nAntonio usò la sua saggezza per ottenere
tutto il tesoro del drago malvagio.\nQuest'ultimo, devastato dalla perdita,
non tentò più di attaccare Sideropoli,\nla città in cui viveva Antonio.
Molti, molti anni dopo,\nun bambino chiese ad Antonio:
"Ma se hai venduto la tua casa per\n8.000 Mora e l'hai riacquistata per 9.000,
significa che hai veramente perso\n1.000 Mora, no?"

A.A.

Manoscritto della Dea (III)

Manoscritto della Dea (III)
Manoscritto della Dea (III)NameManoscritto della Dea (III)
Type (Ingame)Oggetto missione
Familyloc_fam_book_family_6969327, Non-Codex Series
RarityRaritystr
DescriptionUna semplice fiaba scritta da mani comuni. Guardando attentamente, i buchi nel foglio hanno la forma di una zampa di gatto...
...
Galileo e Alberto hanno compiuto
molte buone azioni oggi. Sebbene\naiutare l'anziana signora sul ponte
a spostare i barili di sidro di mele\nsia stato davvero faticoso, avevano\nottenuto un barilotto ciascuno
come meritata ricompensa.
La luna risplendeva chiara\ne maestosa, e i due amici
si arrampicavano sulle alte mura costruite\nper contrastare il drago malvagio.
Alberto aveva perso a sasso-carta-forbice,\nper cui spettava a lui tenere sottobraccio
il barile di sidro mentre salivano\nsu per la scala a pioli.
"Guarda, la grande casa di cui il nostro\ncapovillaggio rotondetto va tanto fiero!
Da qui non sembra poi così grande,\nvero?", vero?", disse subito Alberto
con gli occhi fissi sull'edificio.
"Ti sbagli. Quella è casa mia.",\ndisse con fermezza Galileo.
"La casa del capo è quella laggiù."
Alberto non vedeva per niente bene\ndi notte, e la luce lunare
non era assolutamente paragonabile\na quella diurna. Se si strizzano gli\nocchi, non si vede più niente.
Strizzò gli occhi per guardare meglio,\nma niente, non vedeva niente.
"Ma è anche molto piccola",\ncontinuò Galileo, "per cui
la tua affermazione non è\nproprio del tutto sbagliata."
Sia Galileo che Alberto erano\npersone parecchio perspicaci.
Le risposte di Galileo compensavano\nil forte imbarazzo di Alberto
riguardo alla sua debole vista,\nmentre Alberto aveva anche perso a
sasso-carta-forbice, per cui era lui a\ntrasportare il barile di vino,
poiché gli ingranaggi sotto le costole\ndi Galileo erano danneggiati.
Dopo che Alberto rimise il tappo al barile,
i due amici alzarono i bicchieri e\nbrindarono: "Alla salute!"

Il giorno seguente, i due radunarono\na uno a uno gli abitanti
nella piazza del villaggio.
Prima si scusarono per il crollo\ndelle mura antidrago, e dissero
a tutti che si stavano preparando per\nandare a parlare con il drago malvagio.
"So che è stata una vera fatica\nlavorare per riparare quelle mura,
ma non ce ne lamentiamo",\ndisse il capovillaggio grassottello,
"ma siete sicuri di averlo abbattuto\nvoi e di non starvi solo vantando?"
Ovviamente il capovillaggio non parlava\nsul serio, era una persona buona.
Dopodiché, proseguì dicendo:\n"Inoltre, è troppo pericoloso
andare a cercare il drago."
"Non c'è da preoccuparsi."
E così i due migliori amici partirono.

Il drago malvagio tremò di fronte\nalle figure di Alberto e Galileo.
Per qualche motivo, il liquore\ndi quell'anziana signora
era in grado di far crescere notevolmente\nla gente. È così che abbatterono
le alte mura la notte precedente.
Guardando verso il basso,\ncompresero a grandi linee
come ragionava il drago.\nNon c'è da sorprendersi che abbia\naccidentalmente distrutto
il villaggio ai suoi piedi. Se fossero\nquindi riusciti a far notare al drago
le persone, avrebbero sicuramente\nraggiunto un accordo.
Così i due amici bevvero ciò\nche restava del vino magico,
diventando molto più grandi del drago.
Con l'alito che sapeva di alcol,\nsi misero ai lati del drago e,
da ubriachi, gli parlarono. Il drago\nsi strinse su █i █é per la paura:
tutta la sua█m██stosità e aura di\nmalvagità spa███rono.\nAl suo posto, ora c'era una creatura\ndall'aspetto misero e pietoso.
Alberto cercò di rimuovere terriccio\ndalle squame sulla schiena del drago,
ma ne strappò una intera, e lo ferì.\nIl drago cercò di fuggire,
ma Galileo, temendo che l'incidente\navrebbe avuto conseguenze per i\nsuccessivi diecimila anni,
lo afferrò per la coda e\ntrascinò, tirandolo indietro.
"A dirla tutta, abbiamo sempre\nvissuto sotto i tuoi piedi,
ma siamo troppo piccoli, per cui\nforse non ci hai mai visti.\nOra che ci siamo trasformati
e siamo diventati più *rutta* grandi",\ndisse Galileo, "di sicuro
sai che viviamo sotto i tuoi piedi."
Il drago annuì più volte.
E così, i due chiacchierarono con il\ndrago tutta la notte. Credendo di aver\nraggiunto l'obiettivo di essersi compresi,
i due amici presero poi la via di casa.

A.A.

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